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VERTIGINI
Le cause di vertigini sono innumerevoli e possono derivare da svariate affezioni sia “periferiche” (causate da affezioni auricolari o di altri distretti), sia “centrali” (cioè ad origine da affezioni cerebrali. E’ pertanto assolutamente indispensabile poter porre una diagnosi precisa che miri ad identificare la sede di origine del problema. Per poterlo fare è necessario eseguire un esame vestibolare.
Lo studio è dotato di tutte le strumentazioni necessarie per l’esame vestibolare e la valutazione delle vertigini (VOG, Occhiali di Frenzel, Otocalorimetro, Audiometro, Impedenzometro, Microscopio otologico) per poter porre una diagnosi corretta. In base al tipo di diagnosi è possibile curare le vertigini sia con terapie farmacologiche, sia con ginnastica riabilitativa dedicata, oltre che con manovre fisiche che liberano il paziente dalle vertigini in una o poche sedute. Infatti, nel caso dei famosi e frequenti “sassolini” (otoliti dislocati in porzioni incorrette del labirinto come nella Canalolitiasi o Cupololitiasi dette anche Vertigine Parossistica Posizionale Benigna) la vertigine si risolve con manovre liberatorie, anche con una sola seduta nel giorno della prima visita.
E’ da sfatare il mito che l’esame vestibolare sia estremamente fastidioso per il paziente. Lo può essere solo se il paziente giunge alla visita già con violente vertigini e nella misura in cui viene mosso. Evidentemente la visita si adegua alle condizioni del paziente! Per avere meno fastidii è consigliabile eseguire la visita digiuni da 4 ore e senza avere assunto nelle ultime 24 ore sedativi che possono mascherare la sintomatologia e inficiare l’esame.
Per saperne di più
In caso di vertigini da “sassolini” (otoliti) (Canalolitiasi o Cupololitiasi o Vertigine Parossistica Posizionale Benigna) la intensa sintomatologia vertiginosa si manifesta nei movimenti della testa sul piano verticale (come coricarsi o alzarsi dal letto) o su quello orizzontale (girare di lato la testa o mettersi di fianco nel letto).
Gli otoliti si possono spostare dalla loro sede (macule otolitiche), dove sono deputati a conferire inerzia ai recettori di accelerazione lineare, e finire nei recettori di velocità angolare (canali semicircolari) alterandone la funzione con la conseguente intensa vertigine rotatoria legata alle variazioni di posizione. Si possono staccare dalla loro sede di origine a causa di un trauma cranico, un episodio virale, una malattia prolungata, un problema vascolare, uno stress intenso o ancora per cause non sempre codificate.
Se durante la visita viene confermata la presenza di otoliti dislocati nei canali semicircolari possono essere eseguite seduta stante delle manovre di riposizionamento degli stessi in aree dove non danno sintomi, annullando la sintomatologia vertiginosa in una (generalmente) o due sedute.
Nelle aree del labirinto dove gli otoliti vengono sospinti dalle manovre liberatorie esistono cellule specifiche (macrofagi) che hanno la funzione di “cellule spazzino” in grado di degradarli mentre ne vengono riformati dei nuovi nella giusta posizione precedente.
La “labirintite”, vale a dire più correttamente un deficit labirintico parziale o totale può avere varie cause. Tra queste si possono elencare: forme virali (più frequenti nei pazienti giovani), affezioni vascolari (generalmente nei pazienti di età più avanzata), cause tossiche, traumatiche, tumorali, infettive a carico dell’orecchio medio, dismetaboliche. Nella “labirintite” la sintomatologia può essere violenta con intensa vertigine rotatoria, impossibilità al mantenimento della posizione eretta, nausea, vomito e sudorazione. Tale sintomatologia non recede se il paziente è immobile ed è esacerbata dalle variazioni di posizione. Può durare alcuni giorni. Una volta fatta una diagnosi precisa è da prevedere una terapia farmacologica e successivamente una ginnastica riabilitativa che il paziente può anche eseguire a casa propria. Prima il paziente si mobilizza, prima recupera. Viceversa, la somministrazione prolungata di sedativi che attenuano la vertigine rallenta il compenso vestibolare.
Esistono molti altri tipi di vertigini da imputare sia a problematiche del labirinto vestibolare sia a particolari aree cerebrali dell’equilibrio. Naturalmente la terapia varia a seconda della causa e della sede di lesione della vertigine.
Per vertigine si intende una erronea sensazione di giramento di testa o dell’ambiente circostante in assenza di movimento del paziente o di ciò che lo circonda.
A seconda dell’intensità della vertigine stessa pertanto il paziente potrà sentirsi “in barca” o percepire la testa che gli gira (vertigine soggettiva) con sbandamenti o meno o potrà avere la percezione di rotazione di tutto l’ambiente circostante (vertigini oggettive). Tale sintomatologia è spesso molto pesante ed inquietante per il paziente tanto più che spesso, oltre alla instabilità posturale, si accompagna a nausea e vomito.
Le vertigini possono essere dovute a innumerevoli cause, sia “periferiche” (causate da patologie auricolari o di altri distretti non centrali), sia “centrali” (ad origine da affezioni cerebrali). Nella maggioranza dei casi l’intensità delle vertigini non è correlata con la gravità della patologia scatenante.
Infatti le vertigini più violente possono più spesso essere dovute a patologie “periferiche” per esempio la famosa “labirintite” oppure la Canalolitiasi o Cupololitiasi o Vertigine Parossistica Posizionale Benigna (i così detti “sassolini”) mentre talora le vertigini più lievi, che recano poco fastidio al paziente, possono derivare da problematiche “centrali” (del Sistema Nervoso Centrale).
L’equilibrio viene mantenuto nell’uomo da un sistema complesso che coinvolge più organi. Infatti le informazioni provenienti dai propriocettori (recettori di posizione) della pianta dei piedi e del collo, quelle visive e quelle dell’apparato vestibolare, che recepisce i movimenti della testa nello spazio (accelerazioni lineari e rotazioni), giungono al Sistema Nervoso Centrale in particolari strutture (Nuclei Vestibolari del tronco encefalico, Cervelletto). Tali strutture cerebrali elaborano queste informazioni e mettono in moto i movimenti corporei compensatori necessari per il mantenimento dell’equilibrio.
E’ da rimarcare che una patologia dei propriocettori presenti nel collo o nei piedi non è in grado di evocare una vertigine vera e propria (vale a dire una dichiarata sensazione rotatoria della testa o dell’ambiente circostante), ma può determinare un certo grado di instabilità posturale denominata dizziness. L’equilibrio infatti viene mantenuto in misura solo dell’1% grazie ai recettori del collo e plantari. Pertanto l’attribuzione frequente delle vertigini alla così detta “cervicale” (artrosi cervicale) è spesso erronea e la causa è viceversa da ricercare altrove.